Zeppa di sughero, la nascita fra embarghi ed il genio di Salvatore Ferragamo.
- Jack Babush
- 6 ott 2017
- Tempo di lettura: 1 min
Fino alla metà degli anni ’30 il tacco delle scarpe femminili veniva realizzato con l’applicazione di un sostegno in acciaio. Le aziende italiane fino a quel momento si rifornivano, di questo indispensabile materiale, dalla Germania. Le sanzioni imposte all'Italia dalla “Lega delle Nazioni” in seguito alla occupazione dell’Etiopia, impedirono l’importazione di acciaio creando non poche difficoltà alle aziende calzaturiere. Fu in questo contesto che il genio di Salvatore Ferragamo si manifestò ancora una volta (ricordiamo che ha al suo all’attivo più di 350 brevetti). La zeppa non era certo cosa nuova nel mondo della calzatura, ma Salvatore Ferragamo donò a questo elemento di moda quel fascino, quella eleganza e quel “quid” distintivo che la rende ideale per slanciare la figura con un abito lungo fino al suolo o con i sempre meravigliosi pantaloni a “palazzo”.

Ferragamo pensò al sughero per creare un tacco che desse un solido sostegno ma fosse al contempo leggero. Cominciò con i turaccioli di sughero sardo e creò uno dei suoi modelli più famosi, un cult che per essere impreziosito e celare la sua originale composizione, fu rivestito di cuoio. Nel 1937 fu depositato il brevetto di quello che oggi, nella storia della moda, viene considerato come il primo BREVETTO della MODA. Nel 1938 il favoloso paio multicolore dell’immagine, fu creato dallo stilista per l’attrice Judy Garland da allora sono passati più di 70 anni, eppure, molte lettrici di questo articolo avranno avuto, o hanno un paio di calzature nate dall’originale creatività di questo indimenticabile genio italiano.
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